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Dec. 26, 2018

di Stefano Borghi

5 luglio 1994, ore 19:30. Fa un caldo bestiale a Boston, e l'Italia, a 2 minuti dal 90', è sotto per 1-0 nella partita degli ottavi di finale contro la Nigeria. Complice un arbitraggio discutibile, gli azzurri sono pure in inferiortà numerica. Il Mondiale di Usa '94 sembra finito qui per la nostra Nazionale, alle prese con difficoltà di gioco e soprattutto con la complicata relazione tra i suoi due uomini di punta: da una parte Arrigo Sacchi, l'allenatore, maestro illuminato ma spigoloso, fautore di un calcio organizzato, aggressivo e propositivo, fondato sul culto del collettivo; dall'altra Roberto Baggio, il fantasista, il giocatore tutto genio e istinto che fatica a inquadrarsi negli schemi del mister, e che infatti nelle prime parite di quel Mondiale ha profondamente deluso.
Ma come nella vita, anche in campo tutto può cambiare nel giro di un minuto. E infatti, Mussi scende a destra, mette palla all'indietro, dove spunta proprio lui: il Divin Codino, che finalmente accende la luce. In un minuto cambia tutto: perché nel calcio non è mai finita, anche quando sembra tutto finito.

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